Le api sono meravigliosi insetti sociali con capacità organizzative straordinarie! Pensate che in un alveare vivono dalle 20 alle 70 mila api, e ognuna sa esattamente qual è il suo compito! C’è molto da dire su questi alleati dell’ambiente, che non solo producono il miele, ma anche contribuiscono al benessere del nostro pianeta: venite a conoscerli un po’ di più!

1. La vita nell’alveare

Luigi Mengato via Flickr

Arnia

Le casette in legno colorato che si vedono nei prati, disposte una accanto all’altra, si chiamano arnie e sono vere e proprie dimore che l’apicoltore utilizza per allevare le api. All’interno si trova il nido, formato da più favi in cera, che le api lavorano, creando tante piccole cellette di forma esagonale. Al loro interno l’ape regina, mamma di tutte le api, depone le uova, che diventeranno larve e poi attraverso una metamorfosi, api. Le cellette servono anche da magazzino per nettare e polline, principali alimenti per le api, che l’insetto raccoglie con pazienza volando di fiore in fiore in primavera ed estate. Negli alveari, in alcuni periodo dell’anno, si trovano anche i fuchi, i maschi, che hanno come unico compito, quello di fecondare la regina nei suoi voli nuziali.

Raccolta del polline - Sls1ca via Flickr

Raccolta del polline

La vita media di questo insetto non è così lunga: vive circa 60 giorni, durante i quali svolge compiti diversi. Fino al ventesimo giorno le api non escono dall’alveare e si occupano di pulire il loro nido, di nutrire le larve e l’ape regina, di costruire le cellette con la cera che loro stesse producono.

Apiario - Irene Grassi

Apiario

E’ solo dopo che le api iniziano a fare i primi voli all’esterno, imparano a riconoscere la posizione del loro alveare nello spazio circostante e iniziano a raccogliere il loro bottino dai fiori: ecco perchè in questa fase vengono chiamate “bottinatrici”. Nell’ultima fase della loro vita le api diventano esploratrici, partono prima dell’alba e vanno alla ricerca di fiori. Quando li trovano tornano al loro alveare cariche di dolce nettare. Danno una gocciolina di quel nettare alle bottinatrici in attesa, facendo loro capire quale profumo devono cercare e poi eseguono in volo una vera e propria danza, indicando alle sorelle la direzione che devono seguire.

2. I lavori in apiario

Uno sciame - Luigi Mengato via Flickr

Uno sciame

Un bravo apicoltore svolge la sua attività con passione, cercando di conoscere al meglio le caratterisitiche e i comportamenti delle api, per essere in grado di leggerne i segnali, e così accorgersi tempestivamente se qualcosa non va negli alveari. Ovviamente le api non si possono addestrare, ne riconoscono l’apicoltore come fosse il loro padrone, ma alcuni studi dimostrano come sappiano invece percepire se chi le avvicina è agitato o meno, sensazioni che si rispecchiano anche nei comportamenti dell’insetto, che può essere più o meno aggressivo. Ricordatevi infatti che le api hanno un pungiglione e che possono anche pungervi, nonostante questo avvenga solo in caso di necessità, per difendere la famiglia dai pericoli.

MIele - Eka Shoniya via Flickr

Miele

L’apicoltore si occupa dell’alveare e delle sue necessità in ogni stagione, ma è soprattutto in primavera ed estate che si concentra il “lavoro”: è questo infatti il momento in cui le api raccolgono nettare in grande quantità, che una volta immagazzinato e maturato diventa miele, che poi l’apicoltore raccoglie ed estrae attraverso la smielatura. Esistono vari tipi di miele, in base alla maggior concentrazione di un certo tipo di nettare. Alcuni mieli vengono definiti monoflora: tarassaco, robinia, castagno, eucalipto, agrumi ecc.; questi mieli sono stati prodotti, quasi esclusivamente con il nettare proveniente dai fiori di queste piante, altri invece vengono definiti millefiori perchè sono composti da nettari provenienti da diverse fioriture. Ogni territorio ha la sua specificità! Il miele è ricco di proprietà, un vero alleato per la nostra salute ed ottimo sostituto dello zucchero.

3. L’ape, custode del nostro ambiente

Bill Tyne via FLickr

“Se l’ape scomparisse dalla terra all’umanità resterebbero quattro anni di vita”. Questa frase, attribuita ad Albert Einstein, contiene una grande verità! L’ape infatti, volando di fiore in fiore favorisce l‘impollinazione incrociata, portando il polline da un fiore all’altro. E’ stato dimostrato che la stessa pianta di ciliegio produce frutti molto migliori e saporiti se viene visitata dalle api. Alcune piante per produrre il seme hanno bisogno di insetti impollinatori, possiamo quindi concludere che senza gli insetti apoidei molti frutti non verrebbero più prodotti e molte piante non potrebbero più riprodursi! Le api sono inoltre delle spie di salubrità dell’ambiente: dove non volano, possiamo essere sicuri che c’è un alta concentrazione di agenti inquinanti che non permettono loro di vivere e che, di conseguenza, sono dannosi anche alla nostra salute.

Legambiente Cinisello B. via Flickr

Purtroppo negli ultimi decenni la vita per questi utili insetti è diventata sempre più difficile: dai nuovi parassiti e acari che attaccano l’alveare, all’aumento dell’uso di pesticidi ed altri prodotti chimici in agricoltura, che indirettamente vanno a colpire anche le api, alla scarsa biodiversità che caratterizza oggi le nostre campagne: le monocolture hanno ridotto largamente la varietà di fiori dai quali le api possono trarre il loro nutrimento, così come il disboscamento, che ha ridotto le siepi selvatiche che una volta crescevano attorno ai terreni coltivati. I prati all’inglese delle nostre case che rasiamo tutte le settimane non offrono un minimo fiore, sono deserti verdi senza scopo. Impariamo a rivoltare questo concetto di bello e manteniamo un prato fiorito: avremo dato il nostro piccolo contributo alle api!

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